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Il Pd fa il punto sulla crisi delle Coop di produzione e lavoro
In arrivo regole nuove per il prestito sociale e sul fronte del ricollocamento arrivano corsi su misura, che incrociano domanda e offerta.


4 dicembre 2017

Pubblicato in: Attualità

CASTELNOVO DI SOTTO, 2 dicembre - Il Partito Democratico parla da Castelnovo Sotto, uno dei paesi più colpiti dalla crisi delle cooperative di produzione e lavoro, per una ampia panoramica che fa il punto con tutti gli attori coinvolti in questa dolorosa vicenda. Nella serata condotta dalla giornalista Susanna Ferrari, i temi posti sono stati numerosi a partire da quelli del prestito sociale cooperativo e dal futuro dei lavoratori. Un momento che arriva alla luce della recente colletta da 7 milioni coordinata da Legacoop Emilia Ovest, ma anche perché oggi al dibattito si possono vantare i passi avanti compiuti ai tavoli locali, regionali e nazionali. Non ultimo l’emendamento al disegno di legge di Bilancio 2018 approvato la scorsa settimana al Senato per evitare che gli errori si ripetano. Ci doveva essere anche il vice ministro Morando, ma gli impegni di governo non gli hanno consentito di essere presente. Ritornerà. Spetta al deputato Maino Marchi rivendicare con orgoglio il lavoro che il Pd ha svolto per l’emendamento al disegno di legge. Una accelerazione importante che fissa per tutte le coop un limite massimo alla possibilità di raccolta del prestito sociale. In particolare, l'ammontare complessivo del prestito non potrà eccedere il limite del patrimonio risultante dall'ultimo bilancio di esercizio approvato. L’intervento correttivo prevede che le società cooperative dovranno impiegare le somme raccolte in operazioni funzionali al perseguimento dello scopo sociale. 

“L’emendamento approvato al Senato la settimana scorsa è totalmente targato Partito Democratico – dice Marchi –. Uno strumento preventivo che sarà presente all’interno delle stesse cooperative che utilizzano il prestito”. E  sulla colletta cooperativa che permette il ristoro del 25 per cento del debito a cui si dovrebbe aggiungere un altro 15 per cento nell’ambito della procedura fallimentare il deputato del Pd ha parlato di “risultato significativo” e ha sottolineato come sia “una modalità che esiste solo nel mondo della cooperazione. Questo dimostra una sua diversità”.

In apertura di serata il segretario Pd Andrea Costa ci tiene a sottolineare il lavoro svolto dal suo partito. “Ci eravamo presi l’impegno a non far spegnere i riflettori sulla vicenda. Oggi arrivano i primi risultati importi che sono frutto del lavoro di filiera, dal sindaco al governo. C’è qualcuno a cui basta fare annuncio del fallimento per speculazione politica e poi scompare, poi c’è il Pd che non scappa dai problemi finchè non ha trovato la soluzione con i suoi interlocutori.

Il lavoro è uno degli aspetti centrale di questa vicenda. Ricollocare i lavoratori significa rimodellare i curriculum e quindi investire in formazione. Antonella Incerti, membro della commissione Lavoro della Camera, ha ripercorso le azioni approntate in questi anni per rispondere alle situazioni di sofferenza. “Da un lato lo stato con le varie leggi di Bilancio ha cercato di far ripartire gli enti locali allentando il patto di stabilità, poi c’è il tema di fare ripartire il lavoro e superare la disoccupazione. Abbiamo introdotto il nuovo assegno di disoccupazione e anche l’assegno di ricollocazione. E’ una novità che nella legge di Bilancio 2018 sarà nuovamente rilanciato. Cambia quindi l’approccio di come si va a cercare lavoro.  E su questo tema le competenze sono anche della Regione. La consigliera Roberta Mori. “Il mandato politico istituzionale della Regione – spiega Mori – è essere al fianco delle persone finché queste non sono ricollocate. Oggi attraverso bandi premiali promuoviamo progetti personalizzati di ricollocamento che possano incrociare domanda e offerta. Il lavoro rimane l’obiettivo”.

Il sindaco Maurizio Bottazzi ha voluto porre l'accento sull'attualità del modello cooperativo. “Non deve essere compromesso dagli errori imprenditoriali dei singoli soggetti. La cooperazione può rappresentare un baluardo per il mantenimento di un'etica e di diritti del lavoro. Il ristoro del 40% del prestito ricolloca sui giusti binari il tema della mutualità per ricostruire fiducia nella cooperazione. Il comune impegnato sul fronte del patto del lavoro per rendere effettiva la ricollocazione di quanti più possibile”.

Nella sua lunga analisti il presidente di Legacoop Andrea Volta non fa sconti. Neanche alla sua stessa centrale cooperativa che in passato “ha compiuto sbagli”. Per Legacoop Emilia Ovest è la quinta colletta in 5 anni. Questi 7 milioni si sommano agli altri 26 già raccolti per la solidarietà. “Non è una restituzione – sottolinea Volta - ma una scelta libera di cooperatori che all’interno del mondo cooperativo fa solo Legacoop. Lo abbiamo fatto per la nostra gente dopo aver tenuto una posizione rigida, per molto tempo. Ma dal 2016 in poi è successa una cosa fondamentale: il saldo è ritornato ad essere positivo: le 320 aziende associate a Legacoop hanno messo insieme 60 milioni di euro. Sono tanti, ma anche la perdita complessiva di patrimonio è stata davvero molto ingente”.

Per il presidente di Federconsumatori Giovanni Trisolini: “Stasera siamo di fronte a un risultato importane. E’ una base di partenza validissima. Ci sono dei limiti, ma la base è buona. Forse la modifica dell’articolo del codice civile rispetto alla possibilità che il prestito sociale sia inserito in pre deduzione è da consolidare. Avremmo voluto che la solidarietà delle 45 coop fosse stata prevista dalla legge e che ci fosse un fondo che ristorasse queste esigenze. Dal tavolo provinciale insieme a Manghi abbiamo chiesto di incontrare il presidente di Confcooperative Caramaschi perché ci sono un paio di piccole cooperative dove un centinaio di soci hanno lasciato 1 milione e mezzo di prestito sociale. Apriremo anche li un confronto”.

Il presidente della Provincia Giammaria Manghi, dice: “Se avessimo fatto questo incontro il 1 luglio il quaderno sarebbe rimasto bianco. Oggi, al 1 dicembre, le cose sono diverse. Si è attivato un tavolo per incrociare domanda e offerta di lavoro. E sul prestito c’è la speranza di arrivare al 40 percento. C’è quindi un sistema che pur nella consapevolezza della difficoltà sta tenendo e il meccanismo complessivo si sta muovendo”.



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