“Una importante legge che armonizza le norme regionali in materia di welfare al riordino istituzionale e cioè al superamento delle province e che introduce significative novità in tema di politiche giovanili, sociali, abitative”.
Una legge per modificarne sette ora vigenti e che di fatto contiene al suo interno le modifiche e gli aggiornamenti normativi ad alcune leggi regionali a seguito delle riforma sul riordino istituzionale approvata lo scorso anno.
Commenta così Ottavia Soncini, consigliere regionale del Partito democratico e relatrice in Aula per la maggioranza, l’approvazione da parte dell’Assemblea legislativa del progetto di legge sulle Modifiche legislative in materia di Politiche sociali, per le giovani generazioni e abitative, conseguenti alla riforma del sistema di governo regionale e locale.
“In tema di politiche abitative”, continua Soncini, “andiamo ad aiutare chi si trova in situazioni di difficoltà nel pagamento dell’affitto, introduciamo un aspetto di flessibilità che aiuterà loro ad avere una casa e, in più, avremo come Regione risorse maggiori da investire in edilizia residenziale sociale”.
“Per quanto riguarda le politiche giovanili”, prosegue Soncini, “diamo il via al rafforzamento territoriale di progetti per ragazzi ed adolescenti, una rete che va dalle scuole agli oratori. Andiamo a valorizzare tutti i luoghi di aggregazione, socializzazione, condivisione: oratori, parrocchie, associazioni culturali e sportive, scout. Tutte devono essere messe in grado di lavorare nel pieno delle loro potenzialità e nel dialogo con le Istituzioni per dare spazio ai tantissimi giovani che sul nostro territorio hanno voglia di mettersi in gioco con spirito civico, basti pensare all’altissimo numero di richieste di partecipazione ai progetti di servizio civile”.
“In terzo luogo”, spiega ancora Soncini, “per quanto riguarda invece l’affido familiare, adeguiamo la normativa regionale a quella nazionale. In Emilia Romagna abbiamo infatti un numero di affidi familiari inferiore rispetto a quelli di altre regioni e prevalgono quelli in comunità. Abbiamo definito dunque una priorità fra i soggetti a cui possono essere affidati i minori: al primo posto le famiglie, poi i nuclei mono-genitoriali, quindi le strutture residenziali. In poche parole vogliamo dare la spinta all’affido familiare, senza continuare a promuoverlo solo a parole. Ovviamente resta la decisione del giudice, che può decidere la destinazione migliore a seconda dei casi, nell’interesse del minore”.
“Porgiamo una mano al terzo settore”, conclude Soncini, “semplifichiamo l’iscrizione nel registro regionale a tutte le Associazioni di promozione sociale già iscritte nel Registro nazionale. Il welfare emiliano romagnolo deve tanto a loro, alle cooperative sociali, al privato sociale, al volontariato, a tutte quelle realtà che hanno caratteristiche di capillarità e agilità sul territorio, sempre a contatto con i bisogni individuali dei cittadini”.