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Ancora su IMU e decadenza Berlusconi. Il superamento della crisi di Governo e il congresso del Pd

10 ottobre 2013


Lo scorso mese mi interrogavo sulla possibilità concreta di permetterci l’esenzione completa dell’IMU prima casa, il finanziamento completo della cassa integrazione, il non aumento dell’IVA, rimanendo con i conti pubblici a posto nel 2013, cioè dentro al rapporto 3% deficit-PIL.








Le vicende delle dimissioni, poi ritirate, dei parlamentari PdL hanno reso impraticabile l’assunzione di un decreto legge sui vari punti, tra cui quello dell’IVA. Da qui l’emendamento del PD al decreto su IMU prima rata, che prevedeva il pagamento dell’IMU per il 20% degli immobili di maggior valore (fatte sempre salve le case di lusso per le quali si è sempre pagato e si continua a pagare), con cui finanziare il ritorno al 21% dell’IVA per due mesi, altri 100 milioni per la cassa integrazione e 50 milioni per il fondo affitti. L’abbiamo ritirato dopo aver avuto assicurazione dal Governo sul finanziamento della cassa integrazione, sul raggiungimento dell’obiettivo del 3% su deficit-PIL e sul fatto che la futura (2014) tax service avrà una forte componente patrimoniale basata sugli immobili. Resta tutto da vedere sulla seconda rata IMU. Se non farla pagare a tutti vuol dire aumentare le tasse o pesanti tagli alla spesa sociale il PD non la condividerà. Inoltre chiediamo la deducibilità dell’IMU da IRPEF e IRES per le imprese.








Ci sembra una posizione basata su equità e giustizia sociale.








Ribadisco anche un dato tecnico dell’emendamento. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e Finanze gli immobili adibiti ad abitazione principale aventi una rendita catastale inferiore a 750 euro (intesa come rendita di base, cioè prima della rivalutazione e dell’applicazione del moltiplicatore di 160 ai fini IMU) sono circa 15.700.000 su un totale di 19.600.000, quindi circa l’80%. L’emendamento del PD perciò colpiva solo il 20% degli immobili, per un gettito di circa 1,2 miliardi sui 2 miliardi di gettito che si perdono con l’esenzione totale della prima rata.








Detto questo dell’IMU torno anche sulla decadenza di Berlusconi. Il PD ha tenuto ferma la sua posizione sui principi che le legge è uguale per tutti, le sentenze si applicano e il consenso elettorale non può porre nessuno al di sopra della legge.








Si dirà: è il minimo che ci si può aspettare dal PD. Ne convengo, ma tanti pensavano che non saremmo stati coerenti e invece lo siamo stati anche quando Berlusconi ha voluto la crisi di governo e la fine anticipata della legislatura. La fermezza e la chiarezza del PD e del Presidente del Consiglio Letta hanno provocato uno scontro interno al PdL, dal quale Berlusconi è uscito sconfitto. Con la mossa dell’ultimo minuto ha evitato il disastro totale, ragione per cui non si può considerare già finita la sua leadership nel centro destra. E’ però fortemente indebolito e questo può dare più forza al Governo Letta nella sua azione sia sul piano economico-sociale che istituzionale.








In questo quadro il PD va al Congresso. Con le primarie verrà eletto il Segretario e decisa la linea politica. Comunque vada vi sarà un rinnovamento profondo del gruppo dirigente. A me pare che sia importante un Congresso in cui ci si confronti sulla politica. Penso cioè che non basti una valutazione sulle persone e sul loro appeal, ma occorra ragionare sulle motivazioni dei risultati insoddisfacenti di questi venti anni. Non credo dipendano solo dai protagonisti politici, dai leader che il centro sinistra ha cambiato molto più della destra. Penso dipendano dalla cultura politica e dal progetto politico. In Italia e in Europa si è stati troppo subordinati alla cultura politica egemone della destra. Anche nel2012, quando in tanti del PD tiravano continuamente la giacca a Bersani sulla famosa e molto fumosa agenda Monti.








Solo un PD e forze progressiste e riformiste in Europa con un loro profilo politico più netto possono vincere la battaglia con la destra, che  è prima di tutto battaglia delle idee.








Spero proprio che in questo senso il Congresso ci aiuti e non sia un passaggio inutile.








 







On. Maino Marchi










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